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RITORNO ALLA KOMISCHE OPER

Avevamo voglia di tornare nella (relativamente) piccola Komische Oper per vedere un’altra opera barocca (cliccate qui per leggere la precedente esperienza) e abbiamo colto l’occasione per assistere a “Semele” di Georg Friedrich Händel.

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l’ingresso della Komische Oper

Sul teatro non abbiamo molto da aggiungere a quanto scritto in precedenza: bello, confortevole (eravamo nell’ultima fila della platea, ma si sentiva e vedeva benissimo).
Ci piace sottolineare la ricca presenza di un pubblico under 30.

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l’interno della Komische Oper

Non possiamo non tornare sulla gran quantità di bevande e cibo che viene consumata prima dello spettacolo e durante il suo intervallo, usanza davvero anomala per noi italiani.

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bevanda precedente lo spettacolo

In particolare abbiamo notato molti spettatori recarsi presso il bancone dove abbiamo deciso di bere una birra analcolica, per ordinare da bere e da mangiare per l’intervallo, in maniera da trovarlo pronto appena interrotta la rappresentazione. Un’organizzazione molto curata ed efficiente.

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chiacchiere e bevute prima del concerto

Tornando all’opera, cosa dire ? Questa volta, oltre ad apprezzare musicisti e orchestra, non abbiamo avuto nulla da ridire sulla scenografia e la messa in scena. Le musiche di Händel ci hanno deliziato, mentre la trama della storia l’abbiamo trovata piuttosto bislacca (ma chi siamo noi per giudicare ?)

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il palco della Komische Oper

Sicuramente torneremo a frequentare questa istituzione, non solo per la qualità del loro cartellone, ma anche perché si stanno spostando in un’altra zona di Berlino, e siamo curiosi di vedere la nuova incarnazione di questo teatro.

Pubblicato in: 22° viaggio, mitte centro

PALAIS POPULAIRE 2023

Tra i musei che ci hanno conquistato, c’è il centralissimo Palais Populaire, il museo di proprietà della Deutsche Bank dedicato all’arte contemporanea.

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opere di Berni Searle

L’abbiamo visitato nuovamente trovando una interessante mostra intitolata “The Struggle of Memory” (sopra una delle sale dedicate a questo progetto).

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immagini dal film di Isaac Julien

Un’altra sezione del museo era invece dedicata al lungometraggio/installazione di Isaac JulienPLAYTIME“, molto interessante, ma che abbiamo visto solo per una decina di minuti perché la sala della proiezione prevedeva pochissimi posti a sedere e, francamente, vederlo tutto in piedi ci è parsa una scelta autolesionistica (non abbiamo più l’eta per certe cose…).

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l’esterno del Palais Populaire

Ma la ragione principale che ci ha spinti qua era verificare se, come ci sembrava di aver capito, l’ingresso gratuito al museo non fosse più limitato al lunedì, ma allargato a tutti i giorni di apertura.
Questa cosa si è confermata vera e ci ha reso ancora più positivi verso questo progetto.

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Café Le Populaire

Presi dall’entusiasmo abbiamo così deciso di fare una merenda nel café del museo, dove abbiamo consumato una classica fettona di torta e un ancor più classico the verde, trovando il tutto molto piacevole.

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merenda al museo

Quindi, se siete in centro, cogliete l’occasione per una piccola immersione nell’arte contemporanea.

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Tor (Skins)

All’esterno, come sempre, una scultura temporaneamente offerta ai passanti, in questo caso “Tor” (della serie “Skins“) di Erwin Wurm.

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SCULTURE 2022

Consueto post dedicato a sculture open air incontrate girovagando per Berlino.
Iniziamo con questo imponente profilo, 17 metri, che domina Wilhelmstrasse, non lontano dalla stazione della U2 Mohrenstraße.

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il Georg-Elser-Denkzeichen

Si tratta di un memoriale dedicato a Georg Elser, l’uomo passato alla storia per avere quasi ucciso Hitler, in un attentato nel 1939 a Monaco di Baviera. Questa scultura è stata inaugurata in occasione del 72° anniversario del fallito attentato, posizionata simbolicamente in una zona dove i nazisti avevano diversi centri del loro potere (magari in futuro torneremo su cosa rimane di questi edifici).
E’ una silouette molto familiare per chi utilizza il bus 200, e la notte è illuminato in maniera particolare (dovremo ritornarci dopo il tramonto in un prossimo viaggio).

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lo Zieten-Denkmal

Ancora una scultura legata alla storia tedesca.
Siamo nella bella Wilhelmplatz, sempre dalle parti di Wilhelmstrasse, qui si trova lo Zieten-Denkmal, monumento dedicato al generale Hans Joachim von Zieten (l’originale in marmo, risalente alla fine del ‘700, si trova nel Bode-museum, questa è una copia fatta intorno al 1860).
Ci ha colpito come, visto da dietro, il mantello somigli a un paio d’ali, forse volutamente, forse no.

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davanti al Cafe Baier

Non sappiamo nulla di questo omino con le mani in tasca, posto di fronte al Cafe Baier (dove prima o poi andremo a fare una delle nostre merende…), ma l’abbiamo trovato delizioso (siamo nella per noi consuetissima Schloßstraße).

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Techo Statue (turquoise)

Chiudiamo in bellezza con questa “Techo Statue (turquoise)” di Bunny Rogers, ben visibile all’esterno del (da noi) plurivisitato Palais Populaire.

Nonostante il freddo a Berlino vale sempre tenere gli occhi aperti e guardarsi intorno

Pubblicato in: 21° viaggio, mitte centro

RITORNO ALLA FRIEDRICHSWERDERSCHE KIRCHE

Durante il nostro dodicesimo viaggio, avevamo accennato, in questo post, ad una chiesa sconsacrata (relativamente) maltrattata durante i lavori per il passaggio della metropolitana sotto Unter den linden. Finalmente i lavori sono terminati e la chiesa, perfettamente restaurata, è tornata disponibile per essere visitata.
Signori ecco a voi la Friedrichswerdersche Kirche.

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la Friedrichswerdersche Kirche

Siamo in pieno centro, dietro Bebelplatz, e la struttura che vedete è stata costruita dall’onnipresente (qui a Berlino) Karl Friedrich Schinkel intorno al 1830. Oggi è un museo gratuito dedicato alla scultura del XIX secolo.

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dettaglio della facciata della Friedrichswerdersche Kirche

Ennesimo museo nel quale il contenitore vale quanto, se non più, del contenuto, questa chiesa, non appena entrati, appare subito in tutta la sua bellezza e imponenza.

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l’interno della Friedrichswerdersche Kirche

Interessante, e inusuale per chi è abituato alle chiese romane, la possibilità di salire su di una sorta di ballatoio che si sviluppa lungo tutto il perimetro della chiesa.

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le scale per salire sul ballatoio

Su questo ballatoio si trovano informazioni sugli edifici progettati e costruiti da Schinkel a Berlino, ma si può anche godere di un punto di vista diverso sull’intera chiesa (vedi ultima foto di questo post).

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le informazioni lungo il ballatoio

Di fatto, per quanto riguarda le sculture, questo museo è una succursale della Alte Nationalgalerie, tra le opere presenti nel museo la più importante pare sia il Prinzessinnengruppe di Johann Gottfried Schadow, che sfortunatemente al momento della nostra visita era in restauro.

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scultura nella Friedrichswerdersche Kirche

Se passeggiate per il centro, questa è una visita imperdibile (ma attenzione che all’ingresso, per ragioni di sicurezza, e per merito dei soliti imbecilli che vandalizzano opere d’arte ad minchiam, vi chiederanno di lasciare giacconi, borse e buste, rendendo la visita un tantino problematica).

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la Friedrichswerdersche Kirche vista dal ballatoio
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ETHNOLOGISCHES MUSEUM

Torniamo nuovamente nell’Humboldt Forum per l’ultima visita che gli abbiamo dedicato in questo viaggio. Tutto il secondo piano dell’edificio è dedicato al Museo etnologico.

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la sezione dedicata all’Oceania nell’Ethnologisches Museum

Come per il Museo d’arte asiatica anche in questo caso la mostra è gratuita e si accede direttamente alle sale, senza bisogno di passare dalla biglietteria. Il museo è diviso in tre macrosezioni: Oceania, Africa e Americhe.

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la sezione dedicata all’Africa dell’Ethnologisches Museum

Diciamo subito che l’offerta è ricca, diverse sale sono spettacolari e che anche questo museo ha poco da invidiare a quelli più famosi di Berlino. In particolare la sezione dedicata all’Oceania è stupefacente per quantità e qualità dei reperti.

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case di Palau nella sezione Oceania

Della parte americana avevamo già accennato qualcosa nella precedente incarnazione di questa collezione (cliccate qua per i dettagli), qui possiamo solo confermare la qualità dei materiali di origine mesoamericana.

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la sezione dedicata alla Mesoamerica dell’Ethnologisches Museum

Consentiteci poi un particolare apprezzamento per la “Klänge der Welt. Erforschung des organisierten Klanges“, sala futuristica dedicata all’ascolto di musiche del mondo.

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Klänge der Welt

Insomma, un museo ricco al quale dedicare (almeno) una mattinata.
Per altre informazioni potete andare sui siti ufficiali (questo, questo o questo), noi ci limitiamo a suggerirlo con energia, anche perché nella nuova struttura le sale sono splendidamente organizzate.

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DACHTERRASSE

Dalle cantine risaliamo rapidamente in alto per visitare la terrazza dell’Humboldt Forum.

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la terrazza dell’Humboldt Forum

La Dachterrasse (terrazza sul tetto) dell’Humboldt Forum è un centralissimo punto panoramico dal quale guardare Berlino che permette di osservare la città in tutte le direzioni.

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l’Isola dei musei vista dalla Dachterrassen

L’accesso alla terrazza è gratuito, ma, per evitare sovraffollamenti, è obbligatorio prenotare un biglietto per una determinata fascia oraria, presentarsi nel giorno e nell’orario prescelto recandosi presso l’unico ascensore che porta in cima all’edificio, sorvegliato da personale che vi controllerà i biglietti (per quella che è stata la nostra esperienza non sono particolarmente fiscali sull’orario, l’importante è avere la prenotazione).

Cliccate qua per recarvi nella pagina da dove potete prenotare.

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Schinkelplatz vista dalla Dachterrassen

Per quanto ben posizionato, non è un punto panoramico particolarmente spettacolare, ma è comunque un buon modo per osservare la Berlino più frequentata dai turisti.
Volendo al centro della terrazza c’è anche il Restaurant Baret, ristorante che nell’occasione non abbiamo provato, ma se un giorno avessimo voglia di mangiare con vista sul centro di Berlino

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panorama dalla Dachterrassen
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SCHLOSSKELLER

Rimaniamo sempre nell’Humboldt Forum, ma spostiamoci nei sotterranei, dove, con un ingresso non banalissimo da trovare, c’è lo Schlosskeller.

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l’ingresso dello Schlosskeller

Durante la costruzione dell’Humboldt Forum sono emersi alcuni resti relativi alle cantine del Castello che qui sorgeva prima della Seconda Guerra Mondiale (immagino ricorderete, ne abbiamo parlato qua e qua), giustamente si è deciso di conservarle e renderle fruibili.

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le cantine del castello

Quello che è possibile vedere oggi è qualcosa di abbastanza singolare, perché di un castello aristocratico restano solamente, e ironicamente, parte delle stanze utilizzate dalla servitù (le cantine, appunto). Gli spazi sono stati resi ottimamente agibili, con piccoli riferimenti anche a tempi più recenti.

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reperto nelle cantine del castello

Quello che fatichiamo a digerire è il classico doppiopesismo tra resti della storia della Berlino imperiale (sempre portati in palmo di mano, come se gli Hohenzollern e soci non avessero lati oscuri) e la sostanziale cancellazione di quanto successo in questi luoghi dopo la guerra (vagamente accennato qua e là, ma senza che a questo sia dedicata una singola stanza, fosse pure piccolina).

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le cantine del castello

In ogni caso un pezzetto di questa grande struttura che merita una visita (anche questa sezione è gratuita).

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MUSEUM FÜR ASIATISCHE KUNST

Ci eravamo promessi di approfondire i tanti aspetti dell’Humboldt Forum e noi, che siamo gente di parola, gli abbiamo dedicato un paio di mattinate, iniziando dal Museo d’arte asiatica.

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le scale mobili che portano al Museum für Asiatische Kunst

Siamo al terzo piano dell’Humboldt Forum e al museo si accede direttamente, senza bisogno di passare dalla biglietteria. All’arte asiatica è dedicato l’intero piano, attraverso un percorso di varie sale che girano tutt’intorno all’edificio.

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sala dedicata alle culture himalayane

Premessa indispensabile: l’Asia è talmente grande, ricolma di culture e di storia, che la sua arte non è riassumibile in un museo, per quanto grande e ricco. Ma, al netto di questo, non possiamo non fare i complimenti per chi ha progettato queste sale: belle, a volte spettacolari (anche troppo), funzionali, ben organizzate e ben suddivise.
Chi è interessato a Cina, Giappone, India e quant’altro troverà qui sicuramente qualcosa di interessante.

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la via della seta

Particolarmente interessanti gli spazi dedicati alle culture situate tra India e Cina, porosi cuscinetti culturali che hanno permesso la comunicazione tra culture spazialmente distantissime, la ricostruzione della “Grotta dei 16 portatori di spada“, la sezione dedicata ad Angkor Wat. Ma tutto il museo è ricco di meraviglie e sta solo ai vostri interessi decidere da cosa farvi affascinare.

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la sala dedicata ad Angkor Wat

In un luogo deputato alla custodia e alla conservazione fa uno strano effetto vedere gli effetti dell’intolleranza religiosa, ancora presente ai nostri giorni, molto più di quanto pensavamo fosse possibile.

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intolleranza

In tutta onestà ci ha sorpreso, in negativo, come un museo di così alta qualità, posizionato in pieno centro, all’interno di una struttura moderna e da poco inaugurata, attiri così pochi turisti nonostante la sua totale gratuità (a dispetto delle lunghe file per entrare negli altri musei presenti in questa zona di Berlino). Le logiche del turismo di massa ci lasciano sempre basiti.

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Nandi, la cavalcatura di Shiva

Ma per voi che state leggendo queste pagine, visitare questo museo è molto più di un suggerimento.

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MERCATINI DI NATALE 2022 – i classici (seconda parte)

Come sapete uno dei nostri mercatini preferiti è il Weihnachtsmarkt vor dem Schloss Charlottenburg, il mercatino natalizio situato proprio di fronte al Castello di Charlottenburg.

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il Weihnachtsmarkt vor dem Schloss Charlottenburg

Anche quest’anno ci siamo tornati, apprezzando nuovamente l’offerta di artigianato, le molte possibilità di mangiare e tutta l’atmosfera (potete farvene un’idea cliccando qua).

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artigianato nel Weihnachtsmarkt vor dem Schloss Charlottenburg

Abbiamo anche annotato con piacere i giochi di luce realizzati sulla facciata principale del castello.

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il Castello di Charlottenburg

Purtroppo pare, a meno di cambiamenti imprevisti, è in atto una petizione per impedirlo, che questa sia l’ultima edizione di questo mercatino. Dall’anno prossimo questi spazi non saranno più utilizzati a questo scopo.
Mannaggia.

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nel Weihnachtsmarkt vor dem Schloss Charlottenburg

Conserveremo, tra le tante, l’immagine del gruppo di ottoni che instancabilmente si aggira per il mercatino suonando musiche natalizie.

Rapidissima citazione anche per il mercatino sito di fronte al Rote Rathaus, il “Berliner Weihnachtszeit“. anch’esso sempre pieno di turisti. Confermiamo tutto quanto scritto in passato (ad esempio qui) e, in questa occasione, ci siamo regalati un ottimo eierpunsch. 🙂

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turista alle prese con l’eierpunsch

Ultima annotazione, senza ausilio fotografico, per il WeihnachtsZauber, quello all’interno della bella Gendarmenmarkt, che da quest’anno si è trasferito a Bebelplatz.
Non vi stupite quindi se trovate vuota la piazza di cui abbiamo parlato qua.

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SCULTURE 2021 (attraverso la storia)

Consueta rubrica più o meno fissa, dedicata ad immagini di statue e sculture varie che ci hanno incuriosito in questo ventesimo viaggio. Questa volta divisa in due tranches, la prima dedicata ad una sorta di percorso attraverso la storia di Berlino e della Germania.

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scultura sulla Steinplatz

Partiamo dalla Prussia di inizio ‘800, con questo busto dedicato a Heinrich Friedrich Karl von Stein, situato nella bella Steinplatz.
Poco più tarda la figura di Helmuth Karl Bernhard von Moltke, che col suo sguardo severo domina la Großer Stern all’interno del Tiergarten.

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lo sguardo severo di Moltke

Andiamo avanti negli anni e spostiamoci negli anni ’30 del ‘900, quando venne realizzato l’Olympiapark e le statue che vedete sotto (che a uno sguardo distratto sembrano farsi un selfie).

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sculture nell’Olympiapark

Nel dopoguerra, a custodire i morti dei vari moti rivoluzionari commemorati nel Friedhof der Märzgefallenen, venne messo questo marinaio rosso, realizzato da Hans Kies, scultore e politico della Germania Est .

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il marinaio rosso

Stesso stile per questa operaia edile che eroicamente rimuove le macerie dovute ai bombardamenti su Berlino nella Seconda Guerra Mondiale, realizzata da Fritz Cremer e ora posta di fronte al Rotes Rathaus.

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l’eroica operaia

Forse meno riuscita è quest’opera in bronzo di Gerhard Rommel realizzata per il Neuer Marstall (le scuderie reali) e dedicata ad un Karl Liebknecht messo in alto ed esageratamente in rilievo, che proprio non ci entusiasma.

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sollievo dalla rivoluzione

Dello stesso autore, e sempre in centro, quest’altra scultura intitolata “Denkmal für die Erbauer des Stadtzentrums“, che per l’effetto che ci fa potremmo definire “quell’arte brutta che ci piace“. 🙂

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monumento ai costruttori del centro cittadino

Concludiamo con un altro lavoro di Fritz Cremer, questa volta dedicato al poeta Johannes Becher, (di lui e di una sua residenza abbiamo parlato qua) ospitato negli spazi gradevolissimi del Bürgerpark Pankow.

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monumento a Johannes Becher

Con questa postura sorprendentemente informale, concludiamo questo post che ha cercato di unire la lunga e complessa, a volte contorta, storia di Berlino con alcune delle tantissime sculture che incontriamo nel nostro vagabondare urbano.