Secondo post dedicato ad alcune delle sculture incrociate più meno casualmente in questo ventiduesimo viaggio. Stavolta ci occupiamo di opere meno tradizionali (ma non vi spaventate, niente di esagerato.)
Iniziamo dall’esterno della Neue Nationalgalerie, dove troviamo questa iconica scultura di Robert Indiana (sullo sfondo riconoscerete la Sankt Matthäuskirche).
E a proposito di iconicità, come non sorridere di fronte a questa statua realizzata da Ottmar Hörl e dedicata ad Ampelmännchen, l’omino dei semafori ?
La trovate lungo Ebertstraße, dietro Potsdamer platz, nei giardini di un ministero lì vicino (il Vertretung des Landes Hessen beim Bund).
Come intuite è piuttosto alta ed imponente (circa tre metri e mezzo di altezza…).
Torniamo seri, per mostrarvi questa “Reconciliation” di Josefina de Vasconcellos situata lungo Bernauer strasse.
Essendo all’interno del Memoriale dedicato al Muro di Berlino, diremmo che c’è poco da aggiungere.
Sempre in ambito storico, segnaliamo questo monumento raffigurante Hermann Duncker, un pezzo di storia della DDR e del comunismo, fortunatamente sopravvissuto alla riunificazione (lo trovate vicino alla stazione Karlshorst), lungo una strada che a suo tempo era anche intitolata a questo sindacalista e storico marxista. L’autore è Walter Howard (che aveva conosciuto Duncker quando erano stati entrambi imprigionati dai nazisti…).
Non lascia indifferenti questo “Archaischen erzengels” (Arcangelo arcaico) detto anche “Monumento ad Annah Höch“, situato sulle rive più settentrionali del Tegeler See. Realizzato da Siegfried Kühl, e dedicato all’artista Hannah Höch, è realizzato con materiali trovati nel lago e nella zona circostante, dove viveva la Höch, ed è piuttosto grande (calcolate che il solo basamento sfiora i due metri…).
La scelta dei materiali omaggia il collagismo e la vicinanza al dadaismo di Hannah Höch.
Concludiamo con questo busto in granito dedicato a Friedrich Simon Archenhold (astronomo di cui abbiamo parlato qua) e che si trova proprio fuori l’osservatorio a lui intitolato e da lui fondato. Realizzato a inizio anni ’60 da Theo Balden, ce lo mostra in età avanzata e con uno sguardo verso il cielo a metà tra nostalgia e difuorismo.
🙂