Siamo gente di parola, e ci sono voluti meno di 3 anni (!) per tornare nella pasticceria Der Kuchenladen (ve ne avevamo parlato qua).
Siamo sempre nella “nostra” Kantstrasse e, come sapete, con l’esperienza abbiamo imparato a non temere le fettone di torta tedesche (anzi…). 🙂
Per cui abbiamo deciso di regalarci una merenda in questo locale, perfettamente in stile, come potete apprezzare nella foto sotto.
La scelta non è stata facile, vista la ricca offerta, ma alla fine ci siamo orientati per una fettona di torta al rabarbaroe una più generica kasekuchen.
Il tutto innaffiato con un consueto the verde ed un Vio Bio Schorle Rhabarber (ovvero una bevanda realizzata aggiungendo a del succo di rabarbaro dell’acqua gassata, provate per credere).
Per quello che ci riguarda pasticceria promossa senza dubbi e degna di ulteriori approfondimenti.
L’invito a tutti voi è a non temere le torte tedesche, ma ad affidarsi a loro con fiducia, non ne rimarrete delusi.
Incuriositi dal fatto che un lungo tratto, circa 2 chilometri, di Kurfürstendamm era chiuso al traffico, siamo andati a vedere l’origine di questa inusuale scelta.
Abbiamo così scoperto che, solitamente nei primi giorni di maggio, a Berlino si svolgono i cosiddetti Classic Days, sorta di mostra-mercato di automobili antiche e più o meno vecchie, con circa 2000 auto esposte per la gioia degli appassionati.
Stand con pezzi di ricambio, presentazioni, cibo e bevande e tanta gente lungo la strada interessata a queste automobili d’altri tempi.
Non esattamente la nostra tazza di the, ma in ogni caso un evento curioso che ha attirato le nostre attenzioni.
Appassionati di vecchie auto, maggio è il mese che fa per voi qui a Berlino !
Regolatevi.
Se c’è un ristorante dove siamo andati più e più volte in questo ventiduesimo viaggio, apprezzandone l’offerta e rimanendone ampiamente soddisfatti, questo è il ristorante vietnamita Saigon Cuisine, situato lungo Kantstraße, a pochi metri dal nostro albergo.
Non abbiamo molto da aggiungere a quanto scritto in passato (ad esempio qui) e anche molti dei piatti che vedete nelle foto sopra e sotto sono (spesso ottime) pietanze delle quali abbiamo già parlato (e sulle quali non torneremo).
Tra le novità segnaliamo la versione vegetariana del vịt hoisin (un piatto a base di anatra croccante e verdure varie, lo potete vedere al centro della foto sopra e alla destra dell’ultima foto) nel quale la presenza di anatra finta non solo non toglie nulla al sapore del piatto, ma, per quanto ci è sembrato, l’ha reso addirittura migliore. Stesso ragionamento per la bún măng chay, zuppona con spaghetti di riso, finta anatra, coriandolo ed erbe varie (la vedete in alto nella prima foto) che non fa per nulla rimpiangere la carne vera.
Qui sopra un piatto che, andiamo a memoria, ci sembra di ricordare che fosse una insalata di varie verdure con manzo finto e chips con sesamo.
Da sottolineare come il loro menù, la speisekarte, sia diviso in due macrosezioni: quella degli hauptspeisen, piatti principali, solitamente piatti abbondanti e già contornati che da soli costituiscono un pranzo o una cena, e quella dei kleinigkeiten, le piccole cose, piccole porzioni che permettono, a chi lo desidera, di ordinare tanti piattini differenti in maniera tale da soddisfare la propria curiosità. Entrambe queste sezioni sono poi ulteriormente divise tra piatti con carni o pesce e piatti vegetariani con tofu, finta carne o finto pesce.
Questa volta ci siamo anche permessi di prendere una bevanda alcolica tutt’altro che vietnamita, un Hugo (tipico del centro-Europa) caratterizzato dalla presenza di fiori di sambuco.
Sopra, in alto, potete vedere un piatto a base di salmone grigliato, un cá hồi nướng cà ri, piacevole ma non al livello degli altri piatti principali presenti in queste stesse fotografie.
p.s. Per chi non avesse chiaro il concetto di carne finta, rimandiamo a quanto scritto qua.
Vi parliamo di Mommsen-Eck , una kneipe (grosso modo l’equivalente della nostra osteria) storica di Berlino, che lavorava ininterrottamente dal 1905.
Situata a qualche centinaio di metri dal nostro solito albergo abbiamo sempre rimandato la sua visita intimoriti dalla sua speisekarte troppo tedesca. Ci siamo decisi a provare le loro specialità poiché abbiamo saputo che questa attività, sopravvissuta a due guerre mondiali, al nazismo e alla separazione di Berlino, chiudeva i battenti.
Ma, attenzione, non ha chiuso per mancanza di clienti o per un fallimento economico. No. Chiude perché i nuovi proprietari dello stabile nel quale operava hanno deciso di sfrattare tutti i suoi affittuari per realizzarci qualcosa di diverso.
Sì, avete capito bene. Dove non sono riusciti i bombardamenti alleati o il blocco di Berlino è invece riuscito il mercato turbo-liberista (aiutato da un evidente disinteresse da parte del comune di Berlino, a quanto pare incapace di tutelare realtà storiche come questa).
Noi, come gesto di solidarietà, in uno degli ultimissimi giorni di apertura, ci siamo regalati una birra (Haus der 100 biere è il titolo di cui andavano orgogliosi) e una rote grütze (gelatina di frutti rossi) guarnita con l’immancabile panna (non sia mai). Gli altri avventori invece, nonostante l’orario pomeridiano, pasteggiavano con carne, patate e altre tipicità berlinesi.
Se anche riapriranno altrove, niente sarà più come prima. Dal 30 aprile 2023 Berlino è un po’ più povera.
Come consuetudine, ne abbiamo parlato già tante volte, anche a questo giro abbiamo soggiornato nell’Hotel Domicil, e, per la terza volta, abbiamo prenotato una superior room.
Incredibile a dirsi, ma è risultata diversa dalle altre due provate in precedenza, che già avevano importanti differenze tra loro.
In questa occasione abbiamo avuto la graditissima presenza, come nella nostra prima superior room, di un minimo di fornelli per poter cucinare (foto sopra), unitamente ad un piccolo frigorifero, piatti, posate e qualche pentola.
Ma contemporaneamente abbiamo anche trovato la vasca da bagno tanto apprezzata (e utilizzata) nella seconda.
Quindi siamo rimasti molto soddisfatti per una camera che univa il meglio delle due precedenti.
In più la stanza è anche la più grande che ci abbiano mai dato, con un grande divano a disposizione.
Quindi massima soddisfazione e, se possibile, sarà la stanza che chiederemo ancora nelle prossime occasioni.
😉
Rapidamente qualche citazione relativi a mercatini natalizi (diciamo così) minori incontrati in questo ventunesimo viaggio. Abbiamo già accennato in questo post al frequentatissimo Weihnachtsmarkt auf dem Alexanderplatz, passiamo ora a quello situato lungo Wilmersdorfer straße.
Impossibile per noi non gironzolare per i suoi stand.
Altrettanto impossibile non rispettare la tradizione e, anche quest’anno, fotografarci con Rudolph.
😉
Chiaramente anche all’interno dei centri commerciali troviamo piccole sezioni dedicate al Natale, così come una abbondanza di luminarie, è quello che succede anche nella Hallen am Borsigturm, di cui un giorno forse vi parleremo meglio.
Sempre alla ricerca di una valida alternativa agli ottimi jiaozi mangiati lo scorso viaggio, ci siamo recati, sempre lungo Kantstraße, in un ristorante taiwanese dall’atmosfera molto particolare. Locale piccolino, titolare a disciplinare il traffico di coloro che hanno prenotato o vogliono un tavolo con fare inflessibile, grande via vai di persone.
A dispetto del suo dichiarato essere una noodle house, sulla vetrina di Lon Men’s Noodle House compare chiara la scritta “hand made dim sum” e, sempre avendo a che fare col burbero titolare, abbiamo ordinato un po’ di ravioli da portare con noi in albergo.
Quelli nelle vaschette da 4 pezzi sono dim sum ai gamberi e pollo (avvolti in pasta di riso), al pollo, al maiale e vegetariani. Quelli più in alto, non cotti al vapore ma alla piastra, sono invece dei taiwanische maultaschen, ravioli alla taiwanese.
Prodotti freschi, preparati al momento, ben fatti, e atmosfera confusa e felice, fanno sì che sicuramente torneremo a provarli (anche se pare che per mangiare al tavolo servano prenotazioni molto anticipate, magari insisteremo col take away).
Memori degli eccellenti jiaozi mangiati lo scorso viaggio, ma impossibilitati a riaverli vista la distanza dal nostro albergo, unita al freddo che li avrebbe rovinati durante il trasporto, abbiamo cercato una soluzione alternativa dalle parti della nostra amata Kantstraße., sempre più ricca di offerte gastronomiche diversificate.
Ci siamo quindi regalati una cena da Green Flavor selezionando dal loro menù alcuni ravioli che ci sembravano meritevoli di assaggio.
Non siamo rimasti delusi, ma nemmeno entusiasti: buona qualità, buona varietà, ma ai loro ravioli manca la zampata che fa la differenza.
Non sappiamo se ci torneremo, ma, per chi ama certa cucina, un locale comunque di accettabile qualità (e senza troppa ressa).
Ancora una volta, ormai è quasi casa nostra, per queste vacanze invernali abbiamo soggiornato nell’Hotel Domicil.
Convinti dall’esperienza dell’estate 2021, abbiamo nuovamente prenotato una superior room, sperando di riavere una camera con frigo e fornelli (cliccate qui per vedere com’era).
Purtroppo invece, abbiamo avuto una camera “semplicemente” un poco più grande del normale, con un ampio bagno e (assoluta novità per le nostre esperienze al Domicil) una vasca da bagno.
Rimaniamo col dubbio riguardo la stanza della precedente estate, forse una camera di livello ancora superiore. In ogni caso la vasca non è rimasta inutilizzata e ha corroborato le faticose e fredde giornate turistiche.
Concludiamo questo post con la foto di una delle tante opere, tutte della stessa mano, tutte nello stesso stile, presenti in ogni stanza e nei corridoi del Domicil. Non possiamo dire che siano belle, ma in qualche modo sono tipiche di questo ambiente e ormai se non ci fossero ne sentiremmo la mancanza.
Rapida citazione per una interessante catena di panetterie: Zeit für Brot.
Da tempo volevamo provare il loro negozio su Savignyplatz, ma solo in chiusura di vacanza abbiamo colto l’attimo per una colazione.
Sicuramente torneremo ad approfondire la loro idea di “tempo per il pane” (a indicare una forte distanza dalle velocità e rapidità dei tempi moderni). L’impressione, effettivamente, è quella di attenzione alle materie prime e ai metodi di realizzazione.
Abbiamo anche apprezzato, foto sopra, la trasparenza nel mostrare come si lavorano le materie prime.
Per chi non lo ricordasse: noi siamo entusiasti del pane tedesco, se poi troviamo un forno che lavora particolarmente bene, rischiamo di tornare con le valigie piene di pagnotte (e non è una metafora).
🙂