Ci siamo spostati nel quartiere Bohnsdorf (distretto di Treptow-Köpenick), estrema periferia sud-orientale di Berlino, per visitare una sorta di utopia architettonica risalente agli anni ’10 del secolo scorso: la Gartenstadt Falkenberg.
Per arrivarci la maniera più comoda è scendere alla stazione di Grünau con una delle S-Bahn che lì transitano. A circa 300 metri dalla stazione inizia la Gartenstadtweg, lungo la quale Bruno Taut progettò questo quartiere, pensato per gli operai, ma che prometteva spazi e verde ben più che dignitosi.
Oggi questo quartiere è chiamato dai berlinesi Tuschkastensiedlung, “quartiere tavolozza“, per gli splendidi e decisi colori che caratterizzano queste case, dall’aria campagnola e dai cortili ricchi di vegetazione.
La Gartenstadt non è mai stata completata, così come era stata progettata, a causa dello scoppio della Prima Guerra Mondiale, ma quello che rimane, come altri insediamenti di Berlino che abbiamo già visitato (questo e questo) è stato inserito nella lista del Patrimonio dell’umanità dell’Unesco.
Lascia sempre un po’ sorpresi come nei primissimi anni del secolo scorso a Berlino ci fosse chi teorizzava una città più bella, più vivibile, a misura d’uomo, per tutti, non solo per le classi agiate. E osservate queste deliziose finestrelle con le piccole persiane di legno 🙂
Come spesso nella periferia (e non solo) di Berlino le strade sono realizzate con questi sampietroni che sembrano dare meno problemi dei sampietrini romani.
Un angolo delizioso e storico (e molto ben tenuto) di Berlino che ancora sfugge ai percorsi delle grandi masse turistiche.