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RITORNO AL VOLKSPARK REHBERGE

Heiligenseer Weg (settima parte)

Arrivati alla punta settentrionale del Plötzensee, come da istruzioni ricevute per la nostra passeggiata, ci spingiamo verso nord ed entriamo nel Volkspark Rehberge.

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spazi nel Volkspark Rehberge

Eravamo stati già qui durante il nostro diciottesimo viaggio, e, fondamentalmente, confermiamo quanto scritto allora (potete leggerlo cliccando qua).
Specifichiamo che la cartina che ci guida suggerisce di percorrere il suo lato est, ma noi ci sentiamo di consigliarvi di percorrere le sue zone più centrali, decisamente più interessanti.

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indicazioni nel Volkspark Rehberge

Da notare come, all’interno di questo parco, ma anche in altre zone percorse da noi in questa passeggiata, quando la natura è abbastanza selvaggia da non rendere banale trovare la giusta strada, o, più in generale, negli incroci che potrebbero mettere in difficoltà il percorrente, vengono in aiuto delle indicazioni tipiche dei sentieri di montagna (e non solo, ne parlammo qua). Come potete vedere nella foto sopra, si tratta di un rettangolo a strisce bianche e blu con chiaramente indicato il numero 3, che caratterizza il percorso che stiamo seguendo.

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sentiero nel Volkspark Rehberge

Una volta usciti dal parco, resici conto che si era fatta ‘na certa, abbiamo deciso di interrompere la passeggiata e tornare in centro utilizzando la vicina fermata della metropolitana Kurt-Schumacher-platz.
Qualche giorno dopo siamo tornati nel punto dove ci eravamo fermati e abbiamo ripreso la nostra passeggiata lungo il percorso denominato Heiligenseer Weg.

Pubblicato in: 22° viaggio, wedding

FRIEDHOF AM PLÖTZENSEE

Heiligenseer Weg (sesta parte)

Subito a est della riva orientale del Plötzensee abbiamo notato un piccolo cimitero, abbiamo così deciso di fare una ulteriore, piccola, deviazione rispetto al percorso originale della nostra passeggiata, e lo abbiamo visitato.

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il settore K del Friedhof am Plötzensee

Si tratta del Friedhof am Plötzensee, un cimitero attualmente riservato a vittime della Prima e Seconda Guerra Mondiale (di molte delle quali non si conosce l’identità).

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il settore N del Friedhof am Plötzensee

Come spesso succede nei cimiteri di questo tipo, regna il silenzio e un certo ordine geometrico, per uno spazio che spinge alla riflessione.

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il Friedhof am Plötzensee

Chiusa la piccola divagazione, ci siamo riportati sulle rive del Plötzensee per poi continuare il nostro percorso dirigendoci verso nord.

Pubblicato in: 22° viaggio, wedding

PLÖTZENSEE

Heiligenseer Weg (quinta parte)

Dopo la deviazione verso il Gedenkstätte Plötzensee, siamo tornati a seguire il percorso originale della nostra passeggiata. Ci siamo così ritrovati sulle rive di un bel lago balneabile, il Plötzensee, lago che, come avrete intuito, ha dato il nome al memoriale di cui sopra.

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il Plötzensee

Lungo e stretto, come quasi sempre qui a Berlino, è lungo circa 700 metri e largo 150, il suo nome prende il nome da un tipo di carpe (queste qua) che vi erano abbondanti (non è chiaro quante ce ne siano ancora).

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alla zona di pesca

La piantina della nostra passeggiata suggerisce di percorrere il lago seguendo la sua riva occidentale, a noi invece sembra sia (molto) meglio utilizzare quella orientale, che permette di passeggiare lungo le sue rive senza incappare in edifici di varia natura che costringono a rimanere esterni al lago.

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lo stabilimento del Plötzensee

Sempre lungo la riva occidentale è presente uno stabilimento balneare (il giorno in cui abbiamo scattato la foto sopra era in fase di allestimento) per coloro che vogliano venire qui a godersi un po’ di sole e fare il bagno. Sottolineiamo che, essendo le rive ambientalmente protette, utilizzare lo stabilimento è l’unica maniera per fare il bagno nel lago.

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il Plötzensee

Da qui in avanti, rispetto alla prima parte della nostra passeggiata, aumenta esponenzialmente la presenza di aree verdi, e il tutto diventa sempre più tranquillo, come vedremo nei prossimi post.

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MAURO TEHO TEARDO & BLIXA BARGELD

Sempre interessati a provare esperienze indigene, ci siamo regalati un concerto indie (scusate l’espressione un po’ stupida, è tanto per capirci) e ci siamo recati in un locale chiamato Betonhalle (parte di un ex-crematorio… Berlino non si smentisce mai) situato nel quartiere Wedding, non lontano dall’omonima stazione della metropolitana.

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l’ingresso della Betonhalle

Eravamo curiosi di respirare l’atmosfera di un locale medio-piccolo e confrontarla con quello dei suoi omologhi romani. Questa “sala in cemento” ci è sembrata ampia e funzionale, abbiamo apprezzato la possibilità di mangiare e bere al suo interno (figuriamoci se i tedeschi non mangino prima, durante e dopo i concerti…), la pulizia dei bagni e un contesto spartano ma perfettamente funzionale e più che dignitoso, senza le approssimazioni e sciatterie tipiche di molti locali romani.

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la sala concerto della Betonhalle

Il concerto era fissato alle ore 20, siamo arrivati 10 minuti prima trovando la sala ancora semivuota, ma dopo soli 20 minuti si era del tutto riempita e (udite, udite !) alle 20:20 i musicisti sono saliti sul palco (qualcosa di totalmente impensabile per Roma).

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il palco della Betonhalle

La ragione del nostro essere lì era una esibizione del duo italo-tedesco composto da Teho Teardo e Blixa Bargeld (un pezzo di storia musicale, voce degli Einstürzende Neubauten) accompagnati perl’occasione da un quintetto d’archi e un musicista ai legni. Concerto molto bello e divertente, con il duo che ci ha regalato molti estratti dai loro lavori discografici realizzati in coppia.

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Teho Teardo & Blixa Bargeld

Quindi ottima serata, terminata ad orari umani, e che ci ha visto rientrare in albergo con i mezzi pubblici SENZA la solita confusione di automobili e traffico tipica dei pre e post concerti romani.
Un’altra vita.


Di seguito una delle canzoni eseguite durante la serata, cantata in uno splendido italiano con fortissimo accento tedesco (l’accento, quello no, non se ne va).

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SCULTURE 2021 (di tutto un po’)

Secondo post (il primo è questo qua) dedicato alle immagini di statue e sculture varie incrociate nel nostro ventesimo peregrinare berlinese.

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foche sul Lietzensee

Iniziamo con alcuni animali, ad esempio queste foche sulle rive del Lietzensee (in realtà più che una scultura potrebbe essere una sorta di abbeveratoio per uccelli…).

Decisamente più maestosa questa Nilpferd-Springbrunnen, non lontano dal negozio specializzato in cactus di cui vi parlammo.

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la fontana degli ippopotami

Ancora animali con questa fontana ricca di papere dalle parti di Hardenbergstraße.

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la fontana delle papere

Meriterebbe ben altri scatti anche la bella e centralissima Neptunbrunnen, proprio di fronte al Rotes Rathaus, non sarà certamente questa l’ultima foto che gli scattiamo.

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dettaglio della Neptunbrunnen

Chiudiamo questa serie dedicata agli animali con un’altra fontana all’interno del Britzer Garten (a questa qua abbiamo dedicato un intero post).
Realizzata dalla stessa autrice, Christa Biederbick, risulta un tantino più enigmatica dell’altra (ce ne sarebbe pure una terza… ma per ora ci fermiamo qua).

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fontana nel Britzer Garten

Cambiamo completamente stile, mostrandovi questo astratto “segnavia“, opera di Klaus Duschat incontrato per caso mentre andavamo verso il Britzer Garten.

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wegzeichen

Spostiamoci ora nel Tiergarten, dove, lungo Fasanerieallee, ci sono due gruppi scultorei decisamente interessanti, entrambi realizzati a inizio ‘900.

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scena di caccia (alla lepre) nel Tiergarten

Entrambi raffigurano scene di caccia e, se può non piacere il tipo di immagine che propongono, non può non colpire l’estrema dinamicità delle scene raffigurate.
Il primo è opera di Max Baumbach, il secondo di Wilhelm Haverkamp.

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scena di caccia (alla volpe) nel Tiergarten

Altra fontana che avrebbe meritato più foto (e da diversi punti di vista) è questa  “danzare sul vulcano” di Ludmila Seefried-Matějková a Nettelbeckplatz.

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Tanz auf dem Vulkan

Giace distesa (liegende) di fronte alla Akademie der Künste quest’opera di Henry Moore.

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liegende

Concludiamo con questa statua in memoria di un maratoneta coreano, Sohn Kee-chung, che vinse l’oro nelle Olimpiadi del 1936, ma fu costretto a correre sotto la bandiera del Giappone (e la medaglia è ancora formalmente giapponese).

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Sohn Kee-chung

Un’altra delle tante sorprendenti storie berlinesi che si incontrano girovagando per la città.

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RESIDENZE IN STILE MODERNO

Ricapitoliamo quindi, in maniera definitiva, le Residenze in stile moderno (o moderniste), patrimonio dell’Unesco, presenti a Berlino.

Seguendo l’ordine della scheda di Wikipedia sopralinkata abbiamo:


Cliccando qui potete leggere la scheda relativa direttamente dal sito dell’Unesco.

Pubblicato in: 18° viaggio, wedding

SIEDLUNG SCHILLERPARK

Rimaniamo nel quartiere Wedding, punta nord del distretto di Mitte. A poca distanza dalla parte più settentrionale dello Schillerpark c’è un complesso di edifici chiamato Siedlung Schillerpark.

il Siedlung Schillerpark

E’ un altro esempio di mini-quartiere costruito negli anni ’20, in piena Repubblica di Weimar, con l’obiettivo di creare alloggi per le classi lavoratrici che fossero moderni, economici, funzionali e pensati dai maggiori e più visionari architetti dell’epoca (oggi si riesce a fare qualcosa di simile nelle nostre metropoli ?).

il Siedlung Schillerpark

Anche questo complesso è diventato Patrimonio dell’Unesco, si estende in un’area rettangolare piccolina, all’incirca 200×100 metri.

edificio del Siedlung Schillerpark

Progettato da Bruno Taut, il Siedlung Schillerpark si sviluppa intorno ad alcune strade del cosiddetto Englisches Viertel (quartiere inglese), e i nomi delle strade lo testimoniano.

strade del Siedlung Schillerpark

Anche questo complesso spicca per la modernità degli edifici, l’omogeneità e le rifiniture dei palazzi e la sensazione che dietro ci sia una idea di vita sociale che manca del tutto in tutte le periferie romane nate negli anni ’50.

edificio del Siedlung Schillerpark

Come tutte le cose può piacere o non piacere, ma certamente si fa amare l’idea di soddisfare il bisogno di alloggi attraverso una politica illuminata.

finestre di un edificio del Siedlung Schillerpark

Da sottolineare anche i grandi spazi interni tra i palazzi, anche questi immaginati per garantire una migliore qualità della vita.

cortili interni nel Siedlung Schillerpark

Tra tutti i complessi di questo tipo che abbiamo visto (ormai ce ne manca solo uno…), questo ci appare quello più vicino al progetto originale e nel quale ciò che vediamo sembra davvero la realizzazione di una idea forte.
Quando architettura e storia vanno a braccetto.

Per altre informazioni cliccate qua.

Pubblicato in: 18° viaggio, wedding

SCHILLERPARK

Torniamo nel quartiere Wedding, punta nord del distretto di Mitte, per mostrarvi e raccontarvi lo Schillerpark.

lo Schülerwiese

Strutturato ai primi del ‘900, questo parco è il primo esempio berlinese di volkspark, ovvero di parco destinato all’utilizzo di tutti i cittadini e non riservato a nobili o altri.

i bastioni dello Schillerpark

Ha un paio di caratteristiche peculiari. Una è la presenza di un grande prato per prendere il sole o fare un pic-nic, chiamato schülerwiese (prato degli studenti). Va detto che nel momento in cui noi siamo passati qua, più che degli studenti ci è sembrato il prato delle cornacchie.

il prato delle cornacchie

L’altra caratteristica è la presenza di imponenti bastioni che potete vedere nella foto sotto in dettaglio e in maniera più generale nella seconda foto di questo post.

i bastioni dello Schillerpark

Salendo sopra i bastioni si può apprezzare ancora meglio il parco e gironzolare presso queste singolari strutture in pietra.

sui bastioni dello Schillerpark

Proprio su questi bastioni trova posto una scultura dedicata (guarda caso) a Friedrich Schiller.

la scultura dedicata a Friedrich Schiller

Per arrivare allo Schillerpark la metro più comoda, ma non comodissima, è la fermata Rehberge della U6, (ma ci sono anche tram e autobus che arrivano abbastanza vicino al parco).

lo Schillerpark visto dai bastioni

Pubblicato in: 18° viaggio, wedding

VOLKSPARK REHBERGE

Tempo d’estate, tempo di parchi. Non lontano da Kurt-Schumacher-Platz, ma ci siamo spostati un pizzico più a sud, nel quartiere Wedding, punta nord del distretto di Mitte, c’è il Volkspark Rehberge.

uno degli ingressi al Volkspark Rehberge

Decisamente grande, quasi 80 ettari, appare come un parco pubblico particolarmente selvaggio, alieno dalla cura di certi parchi berlinesi, ma questo lo rende particolarmente affascinante.

il Möwensee

Al suo interno spiccano tre piccoli laghetti, il più grande dei quali, il Möwensee, potete intravedere nella foto sopra. Spiccano anche una serie di ampi spazi liberi da alberi figli della storia di questo parco (risalente agli anni ’20).

prato nel Volkspark Rehberge

Per arriverci la metro più comoda è la fermata Rehberge della U6.

viale nel Volkspark Rehberge

Al suo interno si trova anche una interessante statua di lottatori, realizzata da Wilhelm Haverkamp.

la statua dei lottatori

Ancor più interessante il monumento/fontana dedicato a Emil e Walter Rathenau, dalla inequivocabile forma, ma, purtroppo, in apparente abbandono.

la fontana dedicata a Emil e Walter Rathenau

Nell’ampio parco figurano anche alcuni spazi recintati dove si trovano alcuni animali.

recinti nel Volkspark Rehberge

Probabilmente ci torneremo, perché l’abbiamo visitato abbastanza per caso, e ci sono alcune sue parti che ci sono sfuggite e che sembrano meritare una visita (c’è pure un campo di calcio da queste parti).