Pubblicato in: 13° viaggio

GRÜNKOHL

Girovagando tra gli stand gastronomici dei mercatini di Natale, la nostra attenzione è stata attirata da alcuni singolari padelloni pieni di una misteriosa poltiglia verdastra (neanche troppo invitante).

il grünkohl

Notando che, con discreta frequenza, i passanti ne chiedevano porzioni ai venditori, e incuriositi dal suo aspetto, abbiamo deciso, con il coraggio e lo sprezzo del pericolo che da sempre ci contraddistingue, di assaggiarlo.

turista alle prese con il grünkohl

Quello che abbiamo mangiato era indicato nei cartelli semplicemente come grünkohl, ovvero il nostrano cavolo nero.
Su questa pietanza possiamo dirvi alcune cose:
innanzi tutto, e a dispetto dell’aspetto, si tratta di una ricetta molto buona e gustosa,
ma vi dobbiamo specificare che, sempre a dispetto dell’aspetto, quello che sembra un piatto sostanzialmente vegetariano (wurstel esclusi) contiene in realtà al suo interno molta altra carne spezzettata (non chiedeci quale, probabilmente maiale) ed è insaporita da discrete quantita di grasso animale.

il grünkohl

Ma siccome ai tedeschi la carne non gli basta mai, ecco che, per consuetudine, aggiungono a questa ricetta della ulteriore carne, nei nostri due casi dei wurstel, a rendere sufficientemente proteico questo piatto (non sia mai).

In ogni caso una bella scoperta.