Pubblicato in: 18° viaggio, oltre berlino

OLYMPISCHE DORF BERLIN (prima parte)

Vi ricordate il Villaggio Olimpico del 1936 ? C’eravamo stati durante il nostro quattordicesimo viaggio, senza riuscire ad entrare (cliccate qua per rileggere cosa ci successe).
Ma noi siamo gente ostinata, e, con una certa difficoltà, ci siamo armati di pazienza e gentilezza, riuscendo a soddisfare questo nostro desiderio.

mete ad Elstal

Abbiamo lungamente insistito, tramite posta elettronica, con i gestori di questo luogo, chiedendo di essere aggiunti a un qualche tour prenotato da terzi, e, dopo alcuni buchi nell’acqua nei nostri viaggi precedenti, finalmente le congiunzioni astrali hanno permesso che venissimo uniti ad una famiglia francese (la quale, inconsapevolmente, ha anche anticipato i soldi per nostro conto, costo del biglietto che abbiamo saldato cash, all’inizio del tour, il 25 agosto). Ringraziamo Susanne, colei che ci ha dato retta e sopportato nella nostra corrispondenza elettronica, e Jan, la preziosa guida che ci ha illustrato vita, morte e varie resurrezioni di questo sito.

tabellone del Villaggio Olimpico del 1936

Siamo quindi tornati ad Elstal, per andare alla scoperta di quello che fu il primo villaggio olimpico moderno della storia. Esattamente come le Olimpiadi del 1936 fecero fare uno scatto in avanti all’idea stessa di Olimpiade, in una maniera dalla quale non si tornò mai più indietro, anche questo villaggio aggiornava profondamente il senso e il modo in cui gli atleti partecipavano ai Giochi Olimpici.

spazi per allenamenti nel Villaggio Olimpico del 1936

Tra gli aspetti innovativi di questo Villaggio Olimpico, c’era la possibilità per gli atleti di allenarsi in maniera adeguata e professionale e, fortunatamente, restano ancora molte tracce delle infrastrutture costruite a questo scopo. Nella foto sopra vedete una parte di un grande campo per l’atletica leggera, in quella sotto una imponente piscina.

la piscina del Villaggio Olimpico del 1936

Quando questo complesso fu progettato, l’idea fu quella di realizzare in primis una struttura all’avanguardia per gli atleti (che, nelle intenzioni del Reich, dovevano rimanere impressionati dalle comodità, dalla tecnologia e da tutti gli aspetti caratterizzanti questo villaggio), ma terminati i giochi, tutto quanto costruito doveva facilmente convertirsi in una caserma per addestrare i soldati (cosa che puntualmente avvenne e di cui si trova traccia facilmente scavando nei dintorni).

le vetrate della piscina del Villaggio Olimpico del 1936

C’era anche, e c’è ancora, una grossa palestra dove si potevano allenare svariate tipologie di atleti, un campo di calcio e un po’ tutto quello che poteva essere utile ai partecipanti dei giochi.

la palestra del Villaggio Olimpico del 1936

Naturalmente c’erano poi le casette dove alloggiavano gli atleti, oggi quasi tutte piuttosto rovinate (molte furono distrutte durante i bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale).

gli alloggi degli atleti

Solo alcune sono state restaurate, tra queste, ovviamente non a caso, quella che ospitò Jesse Owens.

la camera di Jesse Owens

Il problema principale di questo sito, che a nostro parere ha un importante valore storico, è che dopo essersi trasformato in un campo di addestramento, dopo aver subito i danni della guerra, dopo essersi convertito in cittadella per l’esercito sovietico, dopo essere stato abbandonato per alcuni anni (forse il periodo in cui ha subito i maggiori danni…), è ora in mani private che, come sempre in questi anni berlinesi, stanno procedendo a riconvertirlo in spazio residenziale.
E se è vero che non possono demolire molte delle strutture che vi abbiamo mostrato, è anche vero che non hanno l’obbligo di curarsene né, tanto meno, quello di valorizzarle rendendole visitabili e fruibili dagli interessati.
Nella nostra visita ci siamo scontrati con un sacco di scavi ad opera dell’attuale proprietario di questa zona la DKB stiftung (fondazione DKB) che fa capo a Deutsche Kreditbank, che, tra le altre cose, sta completamente ricostruendo la Speisehaus der Nationen, l’edificio polifunzionale che accoglieva gli atleti al loro arrivo e dove, tra l’altro, si mangiava. Vedremo in futuro come realizzeranno questa opera (speriamo bene…).

Nel prossimo post punteremo l’attenzione su un particolare edificio all’interno di questo Villaggio Olimpico.

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